mercoledì 9 novembre 2011

Fortuna, sfortuna, chi può dirlo...

Un’antica storia cinese racconta di un vecchio contadino al quale una mattina fuggì il cavallo che adoperava nel lavoro dei campi.
Alla notizia i vicini di casa si recarono subito dal contadino per manifestargli la loro vicinanza in questo momento di grande sfortuna per lui.
Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo?“, si limitò a dir loro il vecchio contadino.
Il giorno seguente, il cavallo fece ritorno; aveva trascorso la notte sulla montagna e, tornando a valle, era stato seguito da una mandria di cavalli selvatici.
Quando i vicini vennero a saperlo, subito corsero dal vecchio per congratularsi con lui della straordinaria fortuna che gli era capitata.
Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo?“, sentenziò nuovamente il contadino.
Fu così che quello stesso giorno il figlio del contadino decise di domare il più forte dei cavalli selvaggi. Ma mentre lo cavalcava, il cavallo selvaggio lo disarcionò, facendolo cadere violentemente a terra, tanto che si ruppe una gamba.
Ancora una volta la gente del villaggio corse a casa del contadino per piangere insieme a lui l’evidente disgrazia che su di lui si era abbattuta. Ma ancora un volta il vecchio non si scompose più di tanto e si limitò a sentenziare: “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo?
Avvenne infatti che in Cina scoppiò la guerra e che i capi dell’esercito, che giravano per reclutare soldati, vedendo il figlio del contadino con una gamba rotta non lo arruolarono...
La storia potrebbe continuare all'infinito.
Non fermiamoci all'apparenza. Gli eventi hanno in sè significati e conseguenze molto più ampi di ciò che possiamo vedere. Occorre il coraggio di affidarsi alla corrente, e di cogliere le opportunità che ci si presentano. La vita sa dove andare, e la sua saggezza è molto maggiore della nostra.

Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.
Dalai Lama

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